Ingvar Kamprad è nato nel 1926 a Älmhult ed è cresciuto insieme alla sorella minore Kerstin, alla madre Berta e al padre Feodor. Ha trascorso i primi anni insieme alla famiglia nella fattoria della madre a Majtorp. Per fare quadrare i conti, bisognava essere parsimoniosi e intraprendenti, come la madre Berta: una donna gentile e piena di risorse che, secondo Ingvar, era amata da tutti. Proprio come il nonno materno di Ingvar, Carl Bernhard Nilsson, che aveva un campo di gioco perfetto per un ragazzino: un negozio di ferramenta! Il negozio di C.B. Nilsson era un vero e proprio paradiso che profumava di aringhe e pellame e vendeva di tutto, dai chiodi alle caramelle, fino alla dinamite! E dietro il bancone c’era il compagno di giochi migliore del mondo, il nonno. Ingvar trascorreva intere giornate a giocare con lui. In rari casi gli veniva chiesto di fare qualche commissione, ma per il resto poteva dedicarsi semplicemente al gioco e usare la sua immaginazione. Il nonno di Ingvar era un compagno di giochi ideale e amava molto il nipotino.
Alla scoperta di Ingvar Kamprad
L’imprenditore sognatore
Come è riuscito un comune ragazzo di Älmhult a diventare uno degli imprenditori di maggiore successo al mondo? Probabilmente, la risposta risiede in parte nell’ingenuità e nella testardaggine tipiche dello Småland. Ingvar Kamprad è stato fortemente plasmato dalla sua infanzia, piena di amore e immaginazione. Un’infanzia in cui gli adulti trovavano il tempo di ascoltarlo e giocare con lui. Un mondo sicuro circondato dalle foreste e da un terreno povero. Il luogo ideale per giocare a fare l’imprenditore.


E Feodor, il padre di Ingvar? Nei giorni feriali, lavorava nella fattoria di famiglia di Elmtaryd, a 20 km di distanza. La fattoria copriva un’area di 449 ettari e i genitori di Feodor, Franziska e Achim Kamprad, l’avevano acquistata nel 1894. I nonni paterni di Ingvar erano immigrati: Franziska proveniva dall’area dell’Impero Austro-Ungarico di lingua tedesca, mentre Achim era originario della Sassonia, una regione della Germania. I due avevano deciso di emigrare e tentare la sorte nella provincia dello Småland, nella Svezia meridionale. Dopo essere rimasta vedova a soli tre anni dall’arrivo in Svezia, Grossmutter (nonna) Fanny, Franziska Kamprad, iniziò a gestire la fattoria da sola. Il marito Achim, nonno di Ingvar, si era suicidato quando la fattoria sembrava sull’orlo del fallimento, lasciando sola Franziska, incinta, madre di due figli. Quest’ultima era considerata dominante e ostinata, e forse sono state proprio queste due qualità a consentirle di salvare la fattoria. L’anno in cui Ingvar compì sette anni, l’intera famiglia si trasferì nella fattoria di Elmtaryd, dove la nonna Franziska stravedeva per lui. Era molto severa con tutti, ma adorava Ingvar.

Se il nonno Carl Bernhard era stato un amico affettuoso con cui giocare, la nonna Franziska era più rigida e austera. Tuttavia, quello che avevano in comune era l’amore per Ingvar. Infatti, la nonna lo incoraggiava in tutte le sue imprese per guadagnare qualcosa e giocare a fare l’uomo d’affari. Era lei la sua migliore cliente quando Ingvar vendeva scatole di fiammiferi, biglietti di Natale, riviste o i pesci che aveva pescato. Ingvar amava molto pescare, ma capì che avrebbe potuto farlo in modo decisamente più efficiente con una rete da pesca. Tuttavia, le reti erano costose, così chiese al padre di comprargliene una. In cambio, Feodor avrebbe ricevuto una percentuale sui profitti derivanti dalla pesca. Quando Ingvar iniziò a vendere anche i semi, i profitti erano così elevati che poté permettersi di acquistare una bicicletta e una macchina da scrivere. Quest’ultima si dimostrò utilissima per iniziare a tenere un registro dei clienti, mentre la bicicletta era ideale per le consegne. E forse è stato proprio allora che, in sella a una bicicletta con il cestino pieno di sementi e biglietti di Natale, Ingvar ha capito che voleva diventare un imprenditore. La fattoria di Elmtaryd aveva sempre bisogno di denaro. Feodor, il padre di Ingvar, parlava spesso dei miglioramenti che avrebbe apportato se solamente avesse avuto il denaro necessario. La madre Berta, la più intraprendente tra i genitori, iniziò ad affittare alcune delle stanze delle fattoria per integrare le finanze. Ingvar vedeva tutto questo e, all’età di circa 10 anni, iniziò a pensare sempre più spesso a guadagnare. Ma come?
Se la produzione era così economica, perché i prodotti diventavano così costosi non appena uscivano dalla fabbrica?
Ingvar Kamprad stesso ha affermato che, fin dai primi anni dell’adolescenza, aveva iniziato a domandarsi perché i prezzi di vendita differissero così tanto da quelli di fabbrica. Quando acquistava le matite dal suo grossista, costavano solamente metà di un öre svedese (€0,0005), ma il prezzo al dettaglio era di 10 öre svedesi (€0,01), 20 volte di più! Se venivano prodotte a un prezzo così basso, perché diventavano così costose appena uscite dalla fabbrica? Perché tutti si concentravano sull’efficienza del processo produttivo e nessuno pensava a quella del tragitto finale dalla fabbrica al cliente? Il giovane Ingvar realizzò che uno dei problemi principali, e più onerosi, era la distribuzione.
Il sogno di Ingvar di diventare imprenditore fu incoraggiato sia dai genitori che dalla nonna paterna Fanny. Quando si iscrisse al collegio di Osby, 20 km circa a sud di Älmhult, Ingvar continuò a fare affari, ma questa volta i suoi clienti erano i compagni di classe. Sotto il suo letto, nel dormitorio, teneva sempre una scatola marrone piena di cinture, portafogli, orologi e penne da vendere. Nella primavera del 1943, prima di trasferirsi a Göteborg per studiare economia, disse ai suoi genitori che voleva aprire una piccola azienda. Tuttavia, poiché aveva soltanto 17 anni ed era ancora minorenne, aveva bisogno del permesso di un tutore e lo ottenne. Le spese di registrazione dell’azienda furono il regalo del padre Feodor per il diploma di Ingvar e si rivelarono un ottimo investimento. Fu così che il 28 luglio 1943 venne registrata, come società commerciale, IKEA: Ingvar Kamprad Elmtaryd Agunnaryd.

Ingvar Kamprad, quindi, è il prodotto di un matriarcato? Due donne molto forti: l’intraprendente madre Berta, che ha dato a Ingvar amore e incoraggiamento, e la severa nonna Franziska che era la cliente principale del nipote, qualunque cosa volesse vendere, dai fiammiferi al pesce. Oppure ha tratto ispirazione dall’allegro nonno materno con il suo esotico emporio di chiodi e dinamite? Ci sono persone che iniziano a mani vuote. Ma questo non è il caso di Ingvar Kamprad. La sua infanzia è stata ricca di inventiva, amore e immaginazione.
Nel 1943 è iniziata l’avventura di IKEA e gli anni seguenti sono stati pieni di successi e fallimenti, duro lavoro e un forte senso di famiglia. Ed è proprio in quegli anni che hanno iniziato gradualmente a prendere forma le idee di Ingvar per avere una distribuzione efficiente e una produzione intelligente.