IKEA Museum
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IKEA si fonda, essenzialmente, sulla collaborazione. Che si tratti di fornitori o clienti, tutti sono invitati a unirsi a noi. Si ha collaborazione sia quando i clienti montano i mobili a casa sia quando dei creativi come Virgil Abloh e Olafur Eliasson sviluppano nuovi prodotti insieme a IKEA. Il filmato ci porta nel cuore del processo creativo della collaborazione, mostrandoci in che modo IKEA si adoperi per trovare le persone giuste in grado di trovare le soluzioni giuste alle sfide quotidiane.

Cos’è il Design Democratico? È una roadmap per i product developer o uno strumento di comunicazione che porta grandi idee alla maggioranza delle persone? Naturalmente, nel più autentico stile IKEA, è entrambe le cose. Qui esploriamo le radici e l’applicazione del concetto di Design Democratico e i suoi cinque principi.

Le idee per i prodotti IKEA si ispirano sempre alle esigenze e ai sogni delle persone per la loro vita in casa. In questo video, due generazioni IKEA raccontano la storia di un lavoro volto a soddisfare queste aspirazioni. Tutto sta nel trovare la soluzione migliore, anche in termini di costi, tenendo conto di ogni dimensione del Design Democratico: forma, funzione, qualità, sostenibilità e prezzo basso.

Ti presentiamo Inger Nilsson, Vivianne Sjölin e Lars Göran Petersson, tre veterani del tessile fatti della stessa stoffa! Tutti hanno contribuito a dare il via a una nuova era per i tessili IKEA grazie a nuovi materiali, colori vivaci e motivi moderni, non da ultimi quelli del collettivo di design 10-gruppen.

Scopri come sono cambiati i negozi IKEA, dal primo showroom nella piccola Älmhult agli attuali city store. Dietro le quinte, il personale IKEA svela i meccanismi interni dell'allestimento di un negozio che consentono di trovare il giusto equilibrio tra ispirazione e vendite nel settore dell'arredamento per la casa.

Negli ottimistici anni ’50, in Svezia nasce l’idea della casa moderna: uno spazio luminoso, confortevole e versatile per tutta la famiglia. Alla fine del decennio fa il suo ingresso il televisore, mentre l’arredamento diventa sempre più arioso, leggero e razionale.

In Svezia è l’epoca del grande cambiamento. Negli anni ’60 il tenore di vita aumenta insieme al benessere e all’agiatezza e sempre più persone si appassionano alla casa e al design d’interni. I nuovi quartieri residenziali, che sorgono alla periferia delle città e vicino alla natura, offrono spesso case più grandi e una qualità della vita migliore.

Nei progressisti anni ’70, l’assortimento IKEA diventa sempre più giovane. Il decennio si apre con tessuti coloratissimi, forme vistose e soluzioni pratiche per una vita sempre in movimento.

Come reagiresti se ti venisse chiesto di fare l’impossibile? Rifiuteresti? In questo caso particolare, Paulina Pajak non poteva farlo. Paulina è product developer nel reparto Illuminazione, che sviluppa l’assortimento globale dei prodotti IKEA. La persona che aveva avanzato la richiesta impossibile era Ingvar Kamprad, fondatore di IKEA, che entrando nel reparto aveva affermato: “Dobbiamo vendere lampadine a LED a meno di 1 euro”.

Come è riuscito un comune ragazzo di Älmhult a diventare uno degli imprenditori di maggiore successo al mondo? Probabilmente, la risposta risiede in parte nell’ingenuità e nella testardaggine tipiche dello Småland. Ingvar Kamprad è stato fortemente plasmato dalla sua infanzia, piena di amore e immaginazione. Un’infanzia in cui gli adulti trovavano il tempo di ascoltarlo e giocare con lui. Un mondo sicuro circondato dalle foreste e da un terreno povero. Il luogo ideale per giocare a fare l’imprenditore.

Verso la fine degli anni ’40, IKEA inizia a vendere mobili, che ben presto diventano la sua attività principale. Il fatto di considerare sempre le sfide come delle opportunità porta a diverse innovazioni nei settori degli acquisti, della finanza e della distribuzione. Le basi erano già state poste quando Ingvar Kamprad vendeva penne e pipe su piccola scala, da casa, ma è solamente negli anni ’50 che si materializzano in tutta la loro forza le opportunità di colmare il divario che separava produttore e cliente.

Quando IKEA aprì il primo showroom di mobili a Älmhult nel 1958 c’erano tutti: il governatore della regione, il presidente del consiglio municipale, la stampa e i critici da Stoccolma. Erano tutti curiosi di vedere l’ultima mossa di Ingvar Kamprad, il ribelle del settore del mobile.

Molto tempo prima che nel resto del mondo si iniziasse a parlare di cultura aziendale, Ingvar Kamprad stilò un documento con la sua visione e la sua idea di IKEA. Lo intitolò Il testamento di un commerciante di mobili. Il documento spiega come deve agire IKEA per rimanere un’azienda vitale e di successo. Ma di cosa si tratta esattamente?

IKEA viene registrata come società commerciale il 28 luglio 1943. Tuttavia, è ancora ben lontana dall’essere l’azienda di mobili che conosciamo oggi. Nei primi anni del suo percorso imprenditoriale, Ingvar Kamprad importa penne, orologi e calze di nylon, acquisendo passo dopo passo l’abilità negli acquisti. Tuttavia, dopo alcuni problemi con le licenze di importazione, inizia a valutare nuove opportunità e decide di concentrarsi sui mobili. Gradualmente prende forma un nuovo modello di business, quando realizza la grande opportunità di fare da anello di congiunzione tra cliente e produttore.

A metà anni ’90, il designer di mobili Jan Dranger si presentò in IKEA con un’idea rivoluzionaria. Pensava di aver trovato la soluzione a una delle sfide più grandi di Ingvar Kamprad: quella di imballare divani e poltrone in pacchi piatti.

IKEA è un continuo esercizio di equilibrio fra ambizioni apparentemente contrastanti. Macchina delle vendite o ispirazione? Business o persone? IKEA non ha mai scelto l’uno o l’altro: ha sempre scelto l’uno e l’altro. L’idea iniziale di Ingvar Kamprad, cioè offrire prodotti di buona qualità a un prezzo basso, è cresciuta dando vita a una cultura e un’identità solide, e guida ancora oggi le scelte di IKEA.

Come reagiresti se ti venisse chiesto di fare l’impossibile? Rifiuteresti? In questo caso particolare, Paulina Pajak non poteva farlo. Paulina è product developer nel reparto Illuminazione, che sviluppa l’assortimento globale dei prodotti IKEA. La persona che aveva avanzato la richiesta impossibile era Ingvar Kamprad, fondatore di IKEA, che entrando nel reparto aveva affermato: “Dobbiamo vendere lampadine a LED a meno di 1 euro”.

Quante idee brillanti possono venire in mente quando si pensa agli hot dog? A quanto pare, parecchie. A metà anni ’90, IKEA si rese conto che l’hot dog era un ottimo esempio di buona qualità a un prezzo basso. E, in effetti, questa umile variante della salsiccia superò le aspettative, giocando un ruolo importante nel passaggio a un approccio libero e innovativo in fatto di sviluppo dei prodotti. Ma partiamo dall’inizio, quando un hot dog era semplicemente un hot dog.

Le idee per i prodotti IKEA si ispirano sempre alle esigenze e ai sogni delle persone per la loro vita in casa. In questo video, due generazioni IKEA raccontano la storia di un lavoro volto a soddisfare queste aspirazioni. Tutto sta nel trovare la soluzione migliore, anche in termini di costi, tenendo conto di ogni dimensione del Design Democratico: forma, funzione, qualità, sostenibilità e prezzo basso.

Finita l’era degli yuppie, IKEA è alle prese con una crisi d’identità. È tempo di tornare alle radici scandinave. Nel processo che la porta a diventare un brand davvero globale, IKEA ritrova la sua anima.

Con la frenata della recessione globale, riprende il consumo di beni di lusso. L’assortimento IKEA si smarrisce nel tentativo di stare al passo con le tendenze globali e l’identità IKEA si fa più confusa.

In un mondo urbanizzato e caratterizzato da carenza di abitazioni, problemi finanziari e crescenti nazionalismi, IKEA intensifica gli sforzi per contribuire alla sostenibilità globale per le persone e il pianeta.

Un’epoca di nuove sfide e innovazioni per il mondo e per IKEA. La crisi climatica si posiziona in cima nell’agenda globale e la rivoluzione digitale cambia ogni aspetto della vita.

All’ombra della guerra fredda, gli Svedesi vivono un periodo di fiducia, progresso e maggiori disponibilità economiche. IKEA apre i primi showroom di mobili per la casa, compreso quello che diventerà il primo negozio a Älmhult.

La storia di come IKEA utilizzi le home visit per capire meglio cosa sognano le persone e cosa vorrebbero per avere una vita in casa migliore. Dopo aver visto come vivono le persone e cosa apprezzano di più in una casa, IKEA può creare soluzioni ancora migliori per soddisfare le esigenze di privacy, sicurezza, comfort, proprietà e appartenenza.

Esplora due storie su Il mondo dei bambini. I bambini e le famiglie con bambini hanno sempre avuto un ruolo centrale per IKEA, ma solo negli anni ’90 c’è stata la vera svolta. Scopri come è nato il progetto, come funziona oggi e in che modo IKEA realizza un assortimento pensato per le persone più importanti al mondo.

Naviga nella mappa interattiva per scoprire l’espansione globale di IKEA. Dagli anni ’50, IKEA ha aperto negozi e svolto la sua attività in tutto il mondo.

Negli ottimistici anni ’50, in Svezia nasce l’idea della casa moderna: uno spazio luminoso, confortevole e versatile per tutta la famiglia. Alla fine del decennio fa il suo ingresso il televisore, mentre l’arredamento diventa sempre più arioso, leggero e razionale.

In Svezia è l’epoca del grande cambiamento. Negli anni ’60 il tenore di vita aumenta insieme al benessere e all’agiatezza e sempre più persone si appassionano alla casa e al design d’interni. I nuovi quartieri residenziali, che sorgono alla periferia delle città e vicino alla natura, offrono spesso case più grandi e una qualità della vita migliore.

Nei progressisti anni ’70, l’assortimento IKEA diventa sempre più giovane. Il decennio si apre con tessuti coloratissimi, forme vistose e soluzioni pratiche per una vita sempre in movimento.

Gli anni ’80 sono per tanti un decennio ottimistico e frivolo, con il boom della Borsa e le spalline imbottite a sottolineare una forte autostima. Allo stile postmoderno kitsch e colorato si affiancano mobili eleganti in materiali ricercati. L’apparenza è tutto e l’importante è notare e farsi notare.

Gli anni ’90 iniziano con una forte recessione e l’attenzione ritorna a spostarsi sui bisogni primari. Nell’arredamento della casa, l’ampollosa stravaganza degli anni ’80 viene sostituita da uno stile funzionale e minimalista. Ora la funzione della casa e la sua atmosfera diventano più importanti (e meno costose) della ricerca di uno status.

A metà anni ’90, il designer di mobili Jan Dranger si presentò in IKEA con un’idea rivoluzionaria. Pensava di aver trovato la soluzione a una delle sfide più grandi di Ingvar Kamprad: quella di imballare divani e poltrone in pacchi piatti.

Negli anni ’80 il designer Gillis Lundgren ebbe un’idea geniale che avrebbe permesso di risparmiare spazio e ridurre i costi di trasporto dei cuscini. In collaborazione con alcuni chimici, IKEA avrebbe sviluppato un nuovo materiale isolante espansibile che poteva aumentare di volume fino a 35 volte la misura iniziale. Questo avrebbe permesso ai clienti di riempire tutti i cuscini, da quelli decorativi a quelli dei divani, con una morbida imbottitura.

Fino al 1989, la produzione oltre la cortina di ferro fu un pilastro della strategia di acquisti a lungo termine di IKEA. Ingvar Kamprad la mise a punto negli anni ’60, quando in Svezia venne boicottato dai produttori di mobili e dall’intero settore. Le economie pianificate come quella polacca avevano materie prime a prezzi bassi, ma anche grandi fabbriche statali che avevano bisogno di fare affari con l’Occidente, in quanto le valute dell’Est non potevano essere utilizzate in Occidente né scambiate in dollari. IKEA fece grandi investimenti in fabbriche fatiscenti, installò macchinari e ricambi e sviluppò competenze. Ma cosa accadde con l’improvvisa caduta della cortina di ferro?

Sul finire degli anni ’80 il movimento ecologista stava prendendo piede e sempre più persone smaltivano i rifiuti domestici producendo compost nel giardino di casa. Tuttavia, quasi nessuno aveva provato a farlo in casa e IKEA voleva offrire questa opportunità.

IKEA ha sempre cercato metodi nuovi e più intelligenti per confezionare e distribuire i mobili. Alla fine degli anni ’70, si ispirò ai sedili delle automobili per cercare di creare divani e poltrone che potessero essere confezionati in pacchi piatti.

Nel corso degli anni IKEA ha commesso molti errori da cui ha imparato tanto, ma quello dei pianoforti è stato il peggiore di tutti.

Come reagiresti se ti venisse chiesto di fare l’impossibile? Rifiuteresti? In questo caso particolare, Paulina Pajak non poteva farlo. Paulina è product developer nel reparto Illuminazione, che sviluppa l’assortimento globale dei prodotti IKEA. La persona che aveva avanzato la richiesta impossibile era Ingvar Kamprad, fondatore di IKEA, che entrando nel reparto aveva affermato: “Dobbiamo vendere lampadine a LED a meno di 1 euro”.

Cos’è il Design Democratico? È una roadmap per i product developer o uno strumento di comunicazione che porta grandi idee alla maggioranza delle persone? Naturalmente, nel più autentico stile IKEA, è entrambe le cose. Qui esploriamo le radici e l’applicazione del concetto di Design Democratico e i suoi cinque principi.

Sul finire degli anni ’80 il movimento ecologista stava prendendo piede e sempre più persone smaltivano i rifiuti domestici producendo compost nel giardino di casa. Tuttavia, quasi nessuno aveva provato a farlo in casa e IKEA voleva offrire questa opportunità.

Tre veterani di IKEA Food si incontrano per una cena a base di hot dog, polpette vegetali e altri appetitosi piatti classici IKEA. Jan Kjellman, Miriam Swärdh e Michael La Cour parlano di passato, presente e futuro raccontandosi storie di ogni tipo: dal primo ristorante IKEA del 1960 alla Bottega Svedese, fino al ruolo del cibo come parte integrante dell’identità di IKEA.