Dopotutto, un’automobile ha due poltrone anteriori e un divano posteriore, tutti dotati di una struttura interna in metallo con sedute e schienali in Pullmaflex, una sorta di rete metallica che può essere tesa a diversi livelli per ottenere il comfort desiderato. L’aspetto positivo era che i fili metallici potevano essere tesi per migliorare il supporto lombare, a differenza della normale tela non stretch che risultava meno comoda.
Un fallimento sorprendente
Ispirazione dal mondo delle quattro ruote
IKEA ha sempre cercato metodi nuovi e più intelligenti per confezionare e distribuire i mobili. Alla fine degli anni ’70, si ispirò ai sedili delle automobili per cercare di creare divani e poltrone che potessero essere confezionati in pacchi piatti.

L’idea fu del designer danese Niels Gammelgaard, che iniziò a studiare i sedili delle auto Volvo. In varie occasioni, i product developer di IKEA e Volvo Cars si riunivano per scambiarsi idee e punti di vista. Lars-Ivar Holmqvist, all’epoca buyer in IKEA, ricorda come si sviluppò la discussione. “Se il settore automobilistico era in grado di produrre strutture in metallo imbottite a basso costo, IKEA pensò che sarebbe riuscita a fare qualcosa di simile”.
Sul momento, l’idea suscitò un grande entusiasmo. La produzione della struttura in acciaio fu affidata all’azienda MITAB di Tranås. Per migliorare il comfort fu impiegato lo stesso materiale dei sedili delle automobili: il Pullmaflex, un materiale flessibile che offriva un buon supporto lombare. Nacque così la serie TULLANÄS. “Il problema non era la struttura, ma le fodere”, spiega Lars-Ivar Holmqvist.

Tessili coreani
Le fodere per la poltrona e il divano sarebbero state realizzate dall’industria tessile della Corea del Sud, che Ingvar Kamprad aveva visitato di recente. A quanto pare, Kamprad aveva spiegato ai co-worker che IKEA avrebbe affidato la produzione delle fodere TULLANÄS al settore tessile coreano perché “…i coreani sono molto bravi a produrre giacche invernali, camicie e abiti”. Il tessuto sarebbe stato realizzato con un metodo piuttosto complicato, all’epoca molto in voga in Corea, secondo il quale diversi pezzi colorati venivano uniti e tinti per ottenere la stessa tonalità.
In genere, IKEA si tiene in stretto contatto con i fornitori e visita spesso le loro fabbriche, soprattutto per i nuovi prodotti. Tuttavia, negli anni ’70 non era facile: il viaggio dalla Svezia alle fabbriche delle aree rurali della Corea del Sud richiedeva diversi giorni in aereo e in treno.
“Non potevamo andare avanti e indietro per controllare il processo”, racconta Svante Smedmark, uno dei responsabili acquisti dell’epoca e uno dei pochi a essere inviati sul posto prima della produzione. A suo avviso sarebbe stato meglio fare qualche altra visita, perché quel tipo di fodera richiedeva una precisione assoluta. Se non era perfetta al millimetro, la fodera risultava troppo larga o troppo stretta e impossibile da applicare. “I produttori del settore automobilistico tagliavano i tessuti con grande precisione. IKEA non ci riuscì, soprattutto per motivi di distanza geografica”.
““Non bastano,
bisogna ordinarne 40.000”.
Istruzioni impossibili
Tutto il personale coinvolto nella serie TULLANÄS ci credeva ciecamente. Dopo aver ordinato 10.000 fodere per il divano, Ingvar ritenne che non fossero abbastanza. “No, ne dobbiamo ordinare 20.000”, disse. Poi qualcun altro sentenziò: “Non bastano, bisogna ordinarne 40.000”.
Le strutture in acciaio fabbricate in Svezia furono pronte con largo anticipo. In attesa che arrivassero le fodere per i divani e le poltrone dalla Corea del Sud, la serie TULLANÄS fu pubblicizzata nel catalogo dei primi anni ’80, con foto bellissime. Tuttavia, quando le decine di migliaia di fodere in cotone trapuntato finalmente arrivarono, il loro colore era talmente disomogeneo che i divani e le poltrone TULLANÄS risultarono invendibili. Inoltre, molte fodere erano estremamente difficili da applicare alle strutture in acciaio. “Il problema è che tutto venne fatto di corsa, cosa che a volte accadeva quando era coinvolto Ingvar”, spiega Svante Smedmark.

Qualche volta, l’idea è migliore del risultato finale. Nel corso della sua storia, IKEA ha sempre sperimentato molto e a volte ha dovuto misurarsi con diversi fallimenti prima di trovare una soluzione. Alcuni progetti furono accantonati prima che i prodotti arrivassero ai clienti, mentre altri furono messi fuori produzione o ebbero vita molto breve, come nel caso di TULLANÄS. Tuttavia, c’è sempre da imparare, anche quando non tutto va per il verso giusto.
Il designer Niels Gammelgaard non rinunciò all’idea di realizzare delle strutture in metallo per le poltrone. Ispirandosi agli ingegneri progettisti del settore automobilistico, visitò una fabbrica che produceva carrelli della spesa con fili d’acciaio, bulloni e barre di ferro piatte. Questo portò alla creazione di MOMENT, il primo divano al mondo che poteva essere confezionato in un pacco piatto.